Cosa c’entrano i Pearl Jam con la filosofia?

Eddie Vedder come filosofo, i Pearl Jam come indagatori delle domandi essenziali dell’esistenza: può una rock band rispondere a quesiti che l’uomo si pone da millenni? A suo modo ovviamente si: è questo l’oggetto di “Pearl Jam and philosophy”, il volume curato da Stefano Marino e Andrea Schembari, in uscita ad ottobre per il prestigioso editore anglosassone Bloomsbury: si tratta di una raccolta di saggi curati dai due docenti universitari- Marino insegna Estetica all’Università di Bologna, Schembari è docente di letterature comparate all’Università di Szczecin, in Polonia- con studiosi di tutto il mondo raccolti, tramite una “call” aperta - come di prassi per le pubblicazioni scientifiche e i convegni.
Nel volume si affrontano temi come l’estetica della band, il determinismo e il libero arbitrio, innocenza e speranza - tutto a partire dalle canzoni del gruppo.
Rock e accademia
Un approccio “alto” al pop e al rock non dovrebbe più stupire: esistono fior di trattati accademici dedicati ad artisti come Springsteen, Bob Dylan o Grateful Dead. A band come gli U2 sono dedicate associazioni di studiosi che oranizzano convegni periodici. Come notano Marino e Schembari i Pearl Jam sono poco stranamente poco studiati in università, pur avendo una consolidata reputazione nella storia del rock e un’ampia pubblicistica di biografie e analisi della produzione discografica.
Non aspettatevi però una trattazione troppo "alta", piuttosto un approccio serio, sì, ma appassionato: i due curatori sono soprattutto fan: come raccontano nell’introduzione, l’idea del libro è nata ad un concerto, lo storico show di Eddie Vedder a Firenze nel 2017.
Abbiamo pubblicato molti articoli e libri su vari argomenti ma non abbiamo mai scritto nulla sulla rock band che, soprattutto da giovani, ci ha “cambiato” o addirittura “salvato” la nostra vita: i Pearl Jam. Nel dire questo, ciò a cui ci riferiamo è qualcosa di paragonabile a quanto notoriamente affermato da (tra gli altri) Wim Wenders, Lou Reed o Eddie Vedder. (…)
Eravamo al concerto di Eddie Vedder a Firenze e all'improvviso abbiamo avuto questa specie di “illuminazione”, per così dire: ci siamo cioè guardati e ci siamo resi conto che un bel giorno avremmo dovuto programmare e pubblicare un libro sulla nostra band preferita, i Pearl Jam. Più precisamente, in quanto studiosi accademici di filosofia e letteratura, e specificamente interessati ai vari modi in cui il pensiero filosofico può intersecarsi proficuamente con la cultura popolare (inclusa la musica rock), abbiamo subito convenuto che il nostro libro avrebbe dovuto affrontare la “filosofia dei Pearl Jam”.
Il libro
Marino e Schembari raccontano che volume ha lo uno scopo ben preciso, ovvero indagare, interpretare e decifrare i contenuti e i significati filosofici (a vari livelli: esistenziale, spirituale, etico, politico, puramente estetico) che sono presenti nella produzione della band, unendo passione per la musica con l'approfondimento e il rigore della filosofia e della critica letteraria alle canzoni. Un approccio che, secondo i due, premette nuovi spunti di lettura sia ai fan dei Pearl Jam, agli appassionati di cultura popolare in generale e agli studiosi di filosoifia e letteraturea.. Quetioni come, spiegano i due studiosi nell'introduzione, "Il carattere delle domande umane fondamentali sul significato della vita e della storia; la critica della società esistente e della modernità; il senso dell'individualità e la ricerca dell'autenticità; il senso di comunità e l'importanza dell’essere con gli altri; la natura dell'etica e l'importanza dell'impegno politico e dell'impegno nella società; il significato dell'amore e dell'amicizia; resistenza, resilienza e lotta per resistere al conformismo e alle pressioni; individualità, soggettività, identità personale e questione del libero arbitrio; l'esistenza o meno del progresso nella storia umana; il mistero della morte e la finitezza della condizione umana; la spiritualità e l'apertura (spesso problematica) dell'essere umano al divino; il rapporto con la società di massa, l'industria culturale, lo star system e la moda; il rapporto tra i Pearl Jam e altri musicisti e band del movimento o stile “grunge”, in particolare i Nirvana".
Lo schema del volume
Questo l’indice del volume, con gli autori coinvolti, l'Università di provenienenza e il titolo del saggio.
- Prefazione - Theodore Gracyk, Minnesota State University, USA
- Introduzione - Stefano Marino e Andrea Schembari
- Contingency, (In)significance, and the All-Encompassing Trip: Pearl Jam and the Question of the Meaning of Life (Stefano Marino, University of Bologna, Italy)
- “Just Like Innocence”: Pearl Jam and the (Re)Discovery of Hope (Sam Morris, University of South Carolina Beaufort, USA)
- Who's the Elderly Band Behind the Counter in a Small Town? (Radu Uszkai, Bucharest University of Economic Studies, Romania, and Mihail-Valentin Cernea, Bucharest University of Economic Studies, Romania)
- Making a Choice When There Is No “Better Man” (Laura M. Bernhardt, University of Southern Indiana, USA)
- That's Where We're Living: Determinism and Free Will in “Unthought Known” (Enrico Terrone, University of Torino, Italy)
- No Code Aesthetics (Alberto L. Siani, University of Pisa, Italy)
- Can Truth Be Found in the Wild? (Paolo Stellino, Nova Institute of Philosophy, Portugal)
- “They Can Buy, But Can't Put On My Clothes”: Pearl Jam, Grunge, and Subcultural Authenticity in a Postmodern Fashion Clima (Stephanie Kramer, Independent Scholar)
- Pearl Jam's Ghosts: The Ethical Claim Made From the Exiled Space(s) of Homelessness and War-An Aesthetic Response-Ability (Jacqueline Moulton, Institute for Doctoral Studies in the Visual Arts, USA)
- Pearl Jam: Responsible Music or the Tragedy of Culture? (Cristina Parapar, Sorbonne University, Paris IV, France)
- Pearl Jam / Nirvana: A Dialectical Vortex that Revolves around the Void (Alessandro Alfieri, Accademia Delle Belle Arti Di Roma, Italy)
- The Tide on the Shell: Pearl Jam and the Aquatic Allegories of Existence (Andrea Schembari, Univesity of Szczecin, Poland)